• Dom. Giu 15th, 2025

ABORTO. ISTAT: -64% INTERRUZIONI VOLONTARIE DA 1980, TRA VALORI PIU’ BASSI MONDO. CROLLANO I MATRIMONI

Tra il 1980 e il 2023 il tasso di abortività volontaria (numero di interruzioni volontarie della gravidanza su mille donne residenti di età 15-49 anni) è diminuito del 64,1 per cento, raggiungendo uno dei valori più bassi a livello internazionale (5,5 per mille).

Le nate nel 1957, a trent’anni, hanno un tasso di abortività pari a 22,5 per mille donne, mentre quelle del 1987, alla stessa età, riportano un valore uguale a 7,8: una riduzione del 65,2 per cento avvenuta nell’arco di 30 generazioni. È quanto si legge nel Rapporto annuale 2025 dell’Istat, pubblicato oggi.

Negli ultimi quarant’anni i matrimoni hanno registrato una progressiva e continua diminuzione, al netto di brevi oscillazioni congiunturali, dovuta alla riduzione delle generazioni più giovani per via della denatalità persistente e a un cambiamento radicale nelle scelte familiari. Per le donne nate nel 1933 (le ipotetiche nonne) il tasso di primo-nuzialità realizzato entro i 40 anni è stato pari a 879 matrimoni per mille donne, 870 per le nate nel 1958 (le ipotetiche madri), mentre è crollato a 578 per le loro figlie (nate nel 1983, oggi appena quarantenni); quest’ultimo valore è inferiore a quello che la ipotetica generazione delle madri aveva raggiunto già entro l’età di 25 anni (647).

Nel 1973, anno in cui la generazione delle ipotetiche nonne raggiunge i 40 anni, sono stati registrati 418mila matrimoni, di cui il 95,9 per cento costituito da primi matrimoni celebrati con rito religioso; l’età media al primo matrimonio era di 27,2 anni per gli uomini e 24,0 per le donne. Nel 1998, quando la generazione delle ipotetiche madri raggiunge i 40 anni, i matrimoni sono già scesi a 280mila, in particolare per il crollo delle prime nozze, e l’età media al primo matrimonio, in rapida crescita, arriva a 30,2 e a 27,2 anni, rispettivamente per uomini e donne. Nel 2023 sono state celebrate poco più di 184mila nozze, di cui il 58,9 per cento con il rito civile (47,5 per cento nei primi matrimoni). 

Crescono le nuove forme familiari: le unioni libere (oltre 1 milione e 700mila) e le famiglie ricostituite coniugate (840mila) insieme rappresentano quasi una famiglia su 10. Le unioni libere sono ormai diffuse tra celibi e nubili, che rappresentano circa due terzi dei casi, come alternativa o fase precedente al matrimonio, mentre circa un quinto è costituito da nuove unioni per separati e divorziati; meno frequenti quelle con almeno un vedovo. Nel 2023 si sono registrate oltre 82mila separazioni e circa 80mila divorzi. Dal 1970, anno in cui il divorzio è stato introdotto nell’ordinamento italiano, il numero dei divorzi è aumentato costantemente fino al 2015, quando si è registrato un forte incremento (+57,5 per cento) legato all’introduzione di modifiche normative. Cresce l’età media alla separazione: tra il 2000 e il 2022 è salita di circa 9 anni per uomini e donne. Aumentano le separazioni in età matura, con valori triplicati dopo i 65 anni (da 1,6 per cento del 2000 a 5,8 del 2022).

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