
Una settimana di iniziative gratuite per la salute della donna negli ospedali Bollino rosa dell’Ausl della Romagna. E’ quanto organizzato con Fondazione Onda Ets, dal 22 al 30 aprile in occasione della Giornata nazionale della Salute della Donna che si celebra il 22 aprile.
Si tratta della (H) Open Week con servizi clinici, diagnostici e informativi (in presenza e a distanza) nelle aree specialistiche di cardiologia, colonproctologia, dermatologia, diabetologia, dietologia e nutrizione, endocrinologia e malattie del metabolismo, ginecologia e ostetricia, medicina della riproduzione, neurologia, oncologia ginecologica, oncologia medica, pneumologia, psichiatria, reumatologia, senologia, urologia e nell’ambito dei percorsi dedicati alla violenza sulla donna. Le iniziative organizzate negli ospedali dell’azienda sanitaria romagnola si trovano al link www.auslromagna.it/open-week-salute-donna – e sui canali social Facebook e Instagram.
“È un’iniziativa in cui crediamo fortemente, per importanza e rilevanza”, commenta Francesca Bravi, direttrice sanitaria di Ausl Romagna. La giornata per la salute della donna, “di rilievo pubblico, ha l’obiettivo di sensibilizzare e promuovere iniziative di prevenzione primaria e diagnosi precoce attraverso consulenze mediche gratuite, attività informative su tematiche specifiche della salute delle donne di tutte le età”. Dal 2022, infatti, Ausl Romagna partecipa all'(H)Open Week offrendo più di 60 iniziative all’anno, tra visite ed esami gratuiti, colloqui telefonici, banchetti informativi, incontri dedicati alle persone anche grazie al contributo volontario di oltre 50 professionisti, aggiunge Valentina Sisti, referente Bollini rosa ospedale Ravenna. Per Giulia Silvestrini, referente aziendale equità l'(H)Open Week è anche medicina di genere, e infatti “promoviamo e diffondiamo nei nostri ospedali della Romagna un approccio alla medicina genere-specifica, per una cura e un trattamento terapeutico personalizzato e di precisione, secondo le caratteristiche individuali del paziente”.
Inoltre, nel tavolo di confronto tra azienda e i nove enti del terzo settore attivi nella comunità Lgbtqia+ è stata promossa un’indagine rivolta alla popolazione, per la rilevazione dei bisogni di salute della comunità e “affrontare il tema della salute in modo sempre più inclusivo fornendo risposte alle reali necessità delle persone che utilizzano il servizio sanitario”, ricorda.
I risultati dell’indagine svolta nel 2024, rilevano che solo il 37% dei maschi gay o bisessuali ha ricevuto le vaccinazioni raccomandate, mentre il 10% delle donne lesbiche non partecipa allo screening del tumore della cervice uterina per mancanza di raccomandazioni o per vergogna nell’interagire con gli operatori sanitari (5%). Ecco perché “è necessario rispondere, come per altro stiamo facendo, aumentando il dialogo e formando il personale Ausl”.