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CREA-FEDERSANITÀ-SALUTEQUITÀ: VINCOLO ECONOMICO PREVALE SU NECESSITÀ SSN

 “Il vincolo economico ha prevalso sulle necessità sanitarie, scaricando sulle Regioni e sulle aziende sanitarie l’onere di coniugare bisogni e risorse insufficienti; il riparto fra le Regioni si basa su criteri in larga parte fermi al 2011, senza considerare l’evoluzione demografica e tecnologica: il risultato del riparto regionale è quindi poco equo; basti dire che il sistema di perequazione redistribuisce solo il 40% delle risorse necessarie per colmare le differenze di spesa privata tra le Regioni”. È quanto scrivono in una nota CREA Sanità, Federsanità-ANCI e Salutequità, che hanno fatto il punto sul finanziamento del Servizio sanitario nazionale, condizione “essenziale” per garantire l’accesso alle prestazioni e quindi per realizzare le finalità equitative dell’intervento pubblico. 

“Il Servizio sanitario nazionale ha bisogno di maggiori risorse (secondo l’ultimo rapporto CREA tra i 20 e i 40 miliardi)- proseguono- ma la cattiva ripartizione di quelle a disposizione crea opacità nella gestione delle risorse e penalizza la sanità territoriale (finanziamento in larga misura a ‘residuo’, come si evince anche dal continuo crescere delle risorse allocate direttamente agli ospedali)”. Il finanziamento ha un ruolo cruciale “anche nella generazione dei corretti incentivi al perseguimento dell’efficienza nella realizzazione delle attività del SSN: ruolo che si è rafforzato con gli interventi costituzionali, che dal 2001 hanno introdotto e sviluppato il federalismo, in particolare fiscale, nell’ordinamento italiano”.

L’analisi del livello nazionale ha affrontato 1) il tema della determinazione del Fabbisogno Sanitario Nazionale, 2) il processo di integrazione del FSN e determinazione delle risorse ripartibili, 3) la suddivisione del FSN in base alla priorità del SSN 4) i criteri di riparto alle Regioni; a seguire l’analisi del livello regionale, dopo avere descritto la struttura dei SSR, ha affrontato 5) il tema dell’accertamento delle risorse disponibili a livello regionale, 6) dei criteri di riparto intra-regionali, 7) la definizione delle risorse ripartibili alle Aziende e Enti regionali, 8) il riparto fra le Aziende, 9) le tempistiche degli interventi normativi regionali. “Dallo studio- commentano da CREA- emerge uno scostamento molto netto fra programmazione centrale e regionale: varie Regioni hanno adottato un set di criteri per definire le allocazioni molto più dettagliato di quello nazionale: a titolo di esempio, a fronte delle sei quote di allocazione nazionali delle risorse, il Piemonte ne adotta 11 per la Prevenzione, 5 per l’Ospedaliera, 11 per la Distrettuale, per un totale di 27, l’Emilia-Romagna ne adotta 3 per la Prevenzione, 1 per l’Ospedaliera, 9 per la Distrettuale, per un totale di 13”. Ancora più variabile l’applicazione dei criteri per il riparto interno delle risorse: in Piemonte si contano 16 criteri aggiuntivi oltre quelli nazionali, in Emilia-Romagna 14, in Campania 5 e in Basilicata 4 in più.

“A livello regionale poi, c’è scarsa trasparenza sui criteri di allocazione e di accertamento delle risorse ripartibili localmente: ad esempio, solo poche Regioni esplicitamente considerano i saldi di mobilità, come anche le risorse provenienti dai Fondi per i farmaci innovativi, nel processo di determinazione delle risorse regionali”. Analogamente, solo “poche Regioni esplicitano i propri criteri di riparto fra le aziende e, quelle che lo fanno, si discostano sensibilmente dalle indicazioni nazionali, sia in termini di vincoli di destinazione, quanto di criteri di allocazione. Il riparto regionale appare sempre più disordinato e basato su mediazioni politiche piuttosto che su criteri oggettivi”. Il finanziamento per l’assistenza distrettuale varia tra le regioni sia in termini di percentuali assegnate sia di criteri di riparto. “Alcune regioni, come Emilia-Romagna e Valle d’Aosta- fa sapere CREA- hanno percentuali leggermente inferiori rispetto alla media nazionale (pari al 50,5%); mentre altre, come Campania e Puglia, mantengono la media nazionale del 51%. I criteri di riparto includono suddivisioni dettagliate in sub-livelli come medicina generale, assistenza farmaceutica, specialistica ambulatoriale, salute mentale, dipendenze patologiche, assistenza domiciliare e altre funzioni di assistenza distrettuale. Regioni come Piemonte, Emilia-Romagna e Campania adottano criteri molto dettagliati per la suddivisione delle risorse, influenzando il finanziamento per l’assistenza distrettuale”. Per quanto riguarda il finanziamento indistinto alcune Regioni hanno visto incrementato, nel periodo 2019-2022, il finanziamento, come le Provincie Autonome di Trento e Bolzano, Emilia-Romagna e Veneto; le Regioni con i minori incrementi sono state: Calabria, Molise, Sicilia e Basilicata. “Le Quote premiali si discostano completamente da quelle utilizzate per il finanziamento indistinto; queste vengono distribuite in base ad accordi pattuiti in sede di CSR, indipendentemente da criteri premiali. Nel Periodo 2019-2021, oltre il 60% dell’accantonamento viene distribuito tra la Regione Liguria e la Campania”, conclude CREA. 

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