
“Il tema che ho affrontato qui a Napoli è quello della transizione dell’adolescente affetto da malattia cronica. Posso dire che attualmente è l’area più critica dell’assistenza pediatrica, perché se teniamo presente che il 20% degli adolescenti è affetto da malattia cronica possiamo capire l’importanza della problematica”. Lo ha affermato all’agenzia Dire il past president della Società Italiana di Pediatria (Sip), Giuseppe Saggese, a margine del XXXVII Congresso nazionale della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps) a Napoli dal titolo ‘Essere pediatri in un mondo che cambia’.
“Cosa succede? Perché esiste questo problema? Perché- ha spiegato- a livello assistenziale questo passaggio dal pediatra al medico dell’adulto non è programmato. Non essendo pianificato, questi adolescenti affetti da malattia cronica si perdono durante la transizione, durante questo passaggio, con il risultato che la malattia di base peggiora e hanno delle complicazioni”.
“Oggi- ha poi evidenziato l’esperto- gli adolescenti sono circa il 10% della popolazione, circa cinque milioni e mezzo, quindi tutto questo ci dice quanto sia importante che questo passaggio, questa transizione dal pediatra al medico dell’adulto avvenga nella migliore maniera. Invece, purtroppo, succede che questa non è pianificata ed è un po’ lasciata all’iniziativa dei singoli nelle singole realtà assistenziali, nei reparti pediatrici. Tutto ciò comporta che questi ragazzi spesso si perdono in questa transizione con il peggioramento della malattia di base”.
“La relazione- ha inoltre detto il past president della Sip- è stata affrontata affinché si possano migliorare le cure di questi adolescenti o giovani. Si tratta di un tema veramente importante.
Purtroppo il Piano della cronicità, che era stato approvato nel 2016, non aveva risolto niente sul piano assistenziale. Nel luglio del 2024 è stato fatto un nuovo aggiornamento che, purtroppo, è un po’ fermo al palo, in quanto non sono state dedicate risorse per questo. Siamo quindi molto perplessi che questo possa poi dare dei risultati”.
“È poi imprescindibile che sia riconosciuta anche l’età pediatrica fino ai 18 anni, in quanto a livello della pediatria territoriale abbiamo un taglio innaturale all’adolescenza a 14 anni e anche nelle pediatrie ospedaliere, purtroppo, non si arriva ai 18 anni. Ricordo- ha concluso Giuseppe Saggese- che l’adolescenza va dai 10 ai 19 anni. Bisogna quindi che tutti ci adoperiamo affinché migliori questa situazione assistenziale”.
