• Gio. Nov 13th, 2025

TUMORI. MATTARELLA: RICERCATORI AIRC DA PIONIERI A ‘FONDAZIONE PAESE’

“L’AIRC ha fatto della ricerca il suo campo. Ha raccolto risorse per programmi di enorme valore – grazie alla solidarietà che ha avuto la capacità di suscitare – e continua a farlo: lo abbiamo ascoltato dalle testimonianze di oggi. La sua storia è un vanto per l’Italia. Sono stati promossi, pochi giorni or sono, gli Stati Generali della ricerca medico-scientifica, a riprova della sua centralità. Investire nella ricerca è responsabilità di medio-lungo termine perché la ricerca è un moltiplicatore, sociale ed economico, che agisce su vasta scala”. Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale durante la cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”. 

“Il nostro è tempo di accelerazioni. Induce a riflettere ripensare ai pionieri dell’AIRC, che sessant’anni fa, hanno avviato una battaglia contro il cancro quando questo era considerato un male incurabile, una condanna irrevocabile. Hanno iniziato con la convinzione – con la convinzione, perché la loro non era soltanto una speranza – che proprio la ricerca avrebbe ribaltato i rapporti di forza tra salute e malattia. Che la ricerca avrebbe sconfitto i tumori. E, nel frattempo, avrebbe potenziato le cure, migliorato la vita dei pazienti e delle loro famiglie. Avrebbe fatto crescere la fiducia nella guarigione e diffuso e sorretto la prevenzione.

Sembrava profezia di visionari – fra loro Umberto Veronesi, del quale, come ci è stato ricordato, ricorre il centenario della nascita. Si trattava invece di realismo di scienziati: consapevoli che la sperimentazione e la diffusione del sapere sono formidabili alleati dell’umanità. Non a caso il prof. Sironi – sottolinea Mattarella -ha parlato, saggiamente, di AIRC come ‘Fondazione Paese'”. Il capo dello Stato esprime un “sentimento di riconoscenza per il prezioso lavoro che svolgono e per quello di tutti coloro – ricercatori, medici, volontari, sostenitori dell’Associazione – che, giorno per giorno, sono parte di questa straordinaria impresa, scientifica e sociale, che consente autentici, concreti progressi nella nostra vita. Maria Curie diceva che proprio nel ‘comprendere di più’ sta la chiave per ‘temere di meno’. E’ di grande significato il messaggio che proviene dal mondo della ricerca mentre guerre sanguinose e minacce di sopraffazione incombono sul cambiamento d’epoca. La ricerca è frutto e, insieme, veicolo di collaborazione, di pace, è un valore universale che non ammette frontiere”. 

“Oggi, dopo una diagnosi di tumore vivono milioni di persone. I numeri inducono alla commozione, tanto più se osservati nella progressione di pochi decenni. Tanti possono dirsi guariti e sono tornati alla vita familiare, sociale, professionale. L’evidenza di questi risultati, inoltre, ha spinto a varare norme, più che opportune doverose, per assicurare l’oblio oncologico; quella sorta di marchio a vita di pazienti, con quel che significa nell’ambito delle relazioni. Le nuove terapie – aggiunge il capo dello Stato – hanno aperto strade alla vita. Basti pensare alle donne che dopo essere guarite dal cancro possono diventare madri: condizione prima estremamente difficile. L’evidenza dei progressi ha accresciuta anche la sensibilità alla prevenzione. Per alcune tipologie di tumore, questa è divenuta concreto programma pubblico di screening”. “È doveroso riconoscere” che “il valore” della ricerca “si irradia molto oltre i laboratori. I ricercatori vi si impegnano quotidianamente per conquistare risultati che loro stessi, o altri loro colleghi, trasformeranno in nuovo farmaco, in nuova conoscenza, in nuova tecnologia”, dice il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al Quirinale durante la cerimonia di celebrazione de “I Giorni della Ricerca”. “Il tempo delle accelerazioni, del resto – sottolinea il capo dello Stato – riguarda anche il merito della ricerca. Abbiamo appena ascoltato analisi e testimonianze che presentano scenari inediti di comprensione, di cura, di applicazioni volte a migliorare e a prolungare la vita di donne e uomini che affrontano un tumore. L’immuno-oncologia, le terapie personalizzate e mirate, gli anticorpi coniugati, la biopsia liquida, lo studio delle alterazioni genetiche sono alcune delle frontiere nuove e sempre più affascinanti che sono davanti a noi. La stessa intelligenza artificiale si pone come possibile traino di scoperte e realizzazioni. Il fascino maggiore sta comunque nel fatto che ricerche e risultati possono dare a donne e uomini, a giovani e anziani, la possibilità di prevalere su quel che prima appariva invincibile. I Giorni della Ricerca sono giorni di riflessione, sono giorni operosi, dominati da sentimenti condivisi: una risorsa dell’intera società. Per poter essere ‘liberi dal cancro’ ed esercitare il diritto al futuro. Auguro che l’impresa di AIRC divenga sempre più solida, più forte, più ampia per incoraggiare gli sforzi dei ricercatori. L’Italia vi è riconoscente”.

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