
Dopo l’entrata in vigore, dieci giorni fa, del nuovo tariffario regionale sanitario, arrivano “numerose” segnalazioni da cittadini iscritti alla Cisl del Veneto di “criticità ” dovute “all’aumento dei ticket per diverse prestazioni sanitarie”.
Se da un lato, vi sono lievi riduzioni, dall’altro “per molte prestazioni -in particolare visite specialistiche e indagini radiologiche- gli aumenti dei ticket risultano significativi, con un impatto diretto sulle tasche delle persone”, osservano il sindacato. Un esempio? Una prestazione prima sotto la quota massima di 36,15 euro per chi non era esente in base al reddito, oggi vede aumenti che possono toccare anche i sei-sette euro. La Cisl del Veneto, assieme a Fnp e Fp, le categorie dei pensionati e del lavoro pubblico, esprime dunque “forte preoccupazione” per le ricadute sociali dell’applicazione del nuovo tariffario regionale.
“Porteremo senz’altro tali criticità , ed evidenzieremo le connesse ricadute, al tavolo di confronto con la Regione convocato per il prossimo 9 luglio. Servirà analizzare e comprendere meglio gli impatti dei nuovi ticket, confrontati con quelli preesistenti, sulle economie dei cittadini veneti, in particolare delle famiglie più fragili e a rischio povertà . Un impatto- dice il sidnacato- che riguarda una modifica ai ticket peraltro mai anticipata prima alle rappresentanze sindacali”. Il quadro, dice poi la Cisl, “si aggrava considerando che le soglie di esenzione per le diverse fasce di reddito sono ferme da anni, nonostante l’inflazione abbia notevolmente ridotto il potere d’acquisto di lavoratori, pensionati, famiglie. Per effetto di piccoli adeguamenti economici legati all’inflazione, molte persone in difficoltà economica, che finoa avevano diritto ad accedere gratuitamente alle cure, rischiano oggi di essere escluse dall’esenzione”.