
Nuovo riconoscimento per l’Istituto ortopedico Rizzoli di Bologna e la sua ‘star’, Cesare Faldini, direttore della Clinica ortopedica 1. Con ben 30 premi vinti dallo specialista, infatti, il Rizzoli diventa il più premiato nella videolibrary dell’American academy of orthopaedic surgeons, la maggiore società scientifica di chirurgia ortopedica a livello internazionale, che riunisce oltre 35.000 medici.
Attraverso la sua videolibrary, una biblioteca online permanente, si formano i chirurghi ortopedici di tutto il mondo. E lo possono fare anche grazie agli interventi più difficili eseguiti al Rizzoli.
“L’elevata complessità chirurgica è una peculiarità dell’Istituto- spiega Faldini- unica struttura pubblica nel panorama sanitario nazionale in grado di coprire tutta l’ortopedia ultra-complessa, dall’oncologia alle grandi deformità della colonna vertebrale, dell’anca, del ginocchio e del piede, il Rizzoli ha la responsabilità come Irccs di garantire l’innovazione attraverso la ricerca a beneficio dei pazienti”. Ad esempio, spiega ancora Faldini, “semplificare gli approcci chirurgici in senso mini-invasivo per la chirurgia protesica, in stretta collaborazione con l’Istituto di Anatomia dell’Università di Bologna, ha permesso di ridurre il dolore nei pazienti, il tempo di ricovero e il bisogno di riabilitazione”. Si tratta insomma di un “risparmio ‘intelligente’, che non è basato sulla riduzione dell’assistenza ma sulla riduzione della necessità di assistenza”.
I video, realizzati “con altissimi standard di qualità tecnica”, precisa il Rizzoli, sono uno strumento molto efficace per trasmettere le competenze chirurgiche necessarie a eseguire interventi di questo livello di complessità. Tra i premi di quest’anno, racconta l’istituto bolognese, c’è quello per “l’intervento anteriore nell’anca displasica lussata, una variante rara ed estremamente complessa”. Si tratta di un intervento “padre della nota tecnica ‘a bikini’, che permette di raggiungere l’articolazione senza toccare i muscoli, seguendo un’idea nata al Rizzoli”.
Secondo Faldini, “il connubio tra tradizione e innovazione è alla base anche di questo traguardo. L’esigenza di rappresentazione visiva portò alla nascita nel nostro istituto della Scuola di disegno anatomico, con i disegnatori a fianco dei chirurghi per rendere chiaro con il disegno quello che una fotografia non poteva cogliere in sala operatoria. La naturale evoluzione di quell’intuizione sono i video in cui usiamo oggi tutti gli strumenti tecnologici disponibili per insegnare come ridurre l’invasività e curare l’elevata complessità, i tratti del nostro approccio che continuano a migliorare le risposte che l’ortopedia può garantire ai pazienti”, conclude il chirurgo.