
La spesa farmaceutica è in crescita in tutta Italia tanto che “tutte le Regioni hanno superato i tetti” previsti. Per questo “va rivisto il sistema di valutazione dei direttori generali” delle Aziende sanitarie, che comprende anche il rispetto di questo criterio.
E’ la voce che si alza dai coordinatori delle Reti oncologiche delle Regioni italiane, riuniti intorno a un tavolo nel corso dell’edizione 2025 del Cracking Cancer forum, a Bologna. “E’ folle che l’obiettivo della spesa farmaceutica sia assegnato ai direttori generali- dice chiaro e tondo Gianni Amunni, coordinatore della Rete oncologica della Toscana- questo dovrebbe essere un obiettivo delle Reti oncologiche, che dicono alle aziende quali sono i comportamenti adeguati da seguire”. Anche perchè ad oggi “tutte le Regioni sono in rosso- segnala Amunni- significa che l’attuale modello di valutazione è sbagliato”. Secondo il coordinatore della Rete toscana occorre inoltre lavorare “su una omogeneità dei comportamenti: le Reti oncologiche servono a quello. Così si ha anche maggiore appropriatezza, tranquillità dei pazienti e risparmi”.
Dello stesso avviso anche Mariangela Ciccarese, coordinatrice tecnica della Rete oncologica della Puglia. “Non si possono giudicare i direttori generali sulla base del rispetto del tetto di spesa farmaceutica- sostiene- tutte le Regioni sono in rosso. Va rivisto il criterio di valutazione”. Anche per Vincenzo Adamo, responsabile della Rete oncologica della Sicilia, “non è sulla spesa farmaceutica il passaggio da fare per valutare i direttori generali”. Secondo Paolo Pronzato, coordinatore della Rete oncologica della Liguria, “per i direttori generali punterei piuttosto su indicatori che riguardano l’appropriatezza terapeutica, perchè ormai è scontato che i tetti di spesa farmaceutica vengono sfondati in tutte le Regioni”. Sergio Bracarda, coordinatore organizzativo della Rete oncologica dell’Umbria, ricorda che dal canto suo che “l’obiettivo di una rete oncologica è garantire il migliore standard possibile e questo naturalmente è conflittuale in un sistema pubblico, dove le risorse non sono infinte e bisogna ottimizzarle. Però non è neanche giusto banalizzare. Questa è una decisione che va condivisa a livello regionale e anche su base nazionale, in maniera tale che il sistema possa garantire qualità ma anche sostenibilità”.
Carmine Pinto, coordinatore della Rete oncologica dell’Emilia-Romagna, indica una possibile strada per contenere la spesa farmaceutica. “E’ fondamentale avere un’idea di programmazione”, sostiene Pinto, sulla base delle previsioni legate ad esempio all’introduzione di nuovi farmaci innovativi o al passaggio dei medicinali da una fascia all’altra. Un’altra possibile ricetta per contenere i costi viene dal Piemonte, come spiega il referente della Rete oncologica regionale, Massimo Aglietta. “Abbiamo dato indicazioni alle aziende perchè, a parità di condizioni, si utilizzi il farmaco meno costoso- sottolinea- e ogni trimestre facciamo unna verifica della spesa farmaceutica, in questo modo siamo riusciti a ridurre gli sprechi senza imposizioni”.