• Mar. Ott 15th, 2024

Dal 29 agosto scorso la febbre catarrale ovina (nota anche come malattia della lingua blu) ha fatto la ricomparsa in Svizzera con numerosi casi in più cantoni a Nord delle Alpi.

Il laboratorio dell’Istituto di virologia e immunologia (IVI) dell’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha validato positivamente otto campioni provenienti da cinque aziende del Mendrisiotto. Si tratta di allevamenti di ovini e di bovini. La febbre catarrale ovina è una malattia di origine virale che colpisce i ruminanti ma non è pericolosa per le persone.

Il virus si trasmette tramite piccoli moscerini (Culicoides) e può provocare sintomi anche gravi come febbre, emorragie, infiammazione delle mucose, edema e zoppia soprattutto negli ovini, con una mortalità che può essere molto elevata a dipendenza del sierotipo coinvolto. Spesso la malattia ha un decorso più lieve nei bovini, in alcuni casi possono però presentare sintomi gravi e un calo della produzione di latte.  

La febbre catarrale ovina è stata rilevata per la prima volta in Svizzera nel 2007, causata del sierotipo 8 (BTV-8) con sintomatologia lieve e bassa mortalità, ad essere colpiti erano principalmente gli ovini. A sue tempo la Svizzera ha attuato un vasto programma di vaccinazione tra il 2008 e il 2010. Attualmente in Svizzera sono presenti il sierotipo 3 (BTV-3), che può causare sintomatologia grave anche nei bovini e una elevata mortalità, e il sierotipo 8 (BTV-8) che causa apparentemente sintomi più lievi e bassa mortalità.  

Per quanto riguarda i casi diagnosticati in Ticino, le analisi per determinare il sierotipo sono ancora in corso e saranno disponibili verosimilmente ad inizio settimana.  

In quanto epizoozia da combattere, la febbre catarrale ovina è soggetta all’obbligo di notifica. Se i detentori di animali notano sintomi sospetti, devono immediatamente rivolgersi al loro veterinario di condotta. L’agente patogeno non è pericoloso per l’essere umano e i prodotti a base di latte o carne possono essere consumati senza riserve.  

In questo momento le misure di prevenzione consistono nel proteggere gli animali dalle punture di questi insetti con l’uso di repellenti e insetticidi topici e la rimozione o copertura dei siti di riproduzione (cumuli di letame e acque stagnanti).

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