• Mer. Dic 11th, 2024

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TELEFONO AZZURRO, IL 21% DEI GIOVANI SI SENTE IN ANSIA

L’utilizzo delle tecnologie digitali non comporta solo una trasformazione nel modo di comunicare ma anche un impatto sulla salute mentale di tutti compresi i giovanissimi. Lo evidenziano le richieste di aiuto arrivate alla linea di Ascolto 1.96.96 che nel 2022 ha raccolto 1459 segnalazioni relative a problemi di salute mentale (4 casi al giorno) e quelle gestite dal numero Emergenza Infanzia 114 che, nel 2022, sono state ben 347. Ed è proprio per focalizzare l’attenzione sul benessere psicofisico dei ragazzi e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui loro bisogni emergenti che, in occasione della Giornata Internazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Fondazione S.O.S., il Telefono Azzurro ETS ha organizzato la conferenza “Il futuro dell’infanzia tra nuovi scenari e risposte concrete”. L’indagine di Telefono Azzurro dedicata alla salute mentale dei giovani e realizzata con il supporto di BVA Doxa su 800 ragazzi tra i 12 e i 18 anni è stata presentata in occasione dell’evento. Nelle ultime due settimane soltanto il 41% dei ragazzi si è sentito felice. Il 21% dei giovani ha dichiarato di sentirsi in ansia o preoccupato, il 6% triste. A 1 ragazzo su 2 – si legge nel report – il futuro appare come un qualcosa di davvero oscuro. Tra le principali sofferenze che gli adolescenti riscontrano vi è al primo posto la dipendenza da internet e dai social network (52%), seguita dalla mancanza di autostima (41%), dalle difficoltà relazionali con gli adulti (40%), ansia e attacchi di panico (30%). Per il 61% potrebbe essere utile parlarne di più, perché spesso ci si vergogna e si ha paura di chiedere aiuto. Per il 41% dei rispondenti sarebbe molto utile formare e insegnare ai genitori come essere vicino ai figli che stanno male, mentre il 39% auspica che a scuola si parli sempre di più di salute mentale. In questo senso chiedere aiuto a un esperto rappresenta ancora una vergogna per 1 ragazzo su 3. Durante il convegno Telefono Azzurro ha presentato “E Tu, Stai Bene con te?”, una guida che parla direttamente ai ragazzi e che risponde in maniera concreta ai dubbi rispetto al disagio che stanno vivendo.

OCCHIO SECCO E DONNE, ECCO COME GLI ORMONI SESSUALI INCIDONO SULLA PATOLOGIA

La sindrome dell’occhio secco, dovuta ad una ridotta produzione di lacrime, è complessa e multifattoriale. I principali sintomi riportati dai pazienti sono sensazione di corpo estraneo, bruciore, fotofobia, visione offuscata e prurito che, oltre a causare disagio oculare, possono portare anche a disturbi visivi e problemi di lubrificazione, fino a danni alla cornea. a patologia, nota anche come ‘dry-eye’, interferisce quindi con le più semplici attività quotidiane come leggere, lavorare al computer oppure guidare, costituendo un importante problema di salute pubblica. A soffrirne è circa il 20% della popolazione mondiale, ma le donne ne sono colpite da 2 a 4 volte di più rispetto agli uomini della stessa età e tale differenza si accentua dopo la menopausa (con il 90% delle donne che vanno incontro alla patologia). Questo perché gli ormoni sessuali svolgono un ruolo attivo nella patogenesi della malattia. Se ne è discusso a Roma in occasione del 14esimo Congresso Nazionale degli Oculisti AIMO. L’equilibrio tra estrogeni e androgeni è importante nel determinare il rischio di occhio secco. Numerose evidenze cliniche dimostrano che questa patologia è correlata ad alterazioni e disfunzioni ormonali, come durante la menopausa, a seguito di tumore al seno e di tumori ginecologici e nella sindrome da ovaio policistico. Durante la menopausa, in particolare la secchezza oculare è favorita dalla carenza estrogenica e androgenica che determina una riduzione del liquido secreto dalle ghiandole lacrimali. La morfologia dell’epitelio corneale viene dunque modificata dalle fluttuazioni ormonali, con notevole impatto sul benessere oculare e sulla qualità di vita.

MUSCOLI ARTIFICIALI ROBOTICI PIU’ STABILI ED EFFICIENTI CON NUOVE COMBINAZIONI DI MATERIALI

E’ stato sviluppato nell’ambito di una collaborazione fra gruppi di ricerca internazionali dell’Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università Johannes Kepler di Linz un metodo inedito per progettare nuovi attuatori di movimento soft e muscoli artificiali robotici dalle prestazioni potenziate e dal consumo energetico assai ridotto, basandosi soltanto su sinergie, finora sconosciute, tra proprietà di materiali diversi. I risultati, che hanno portato allo sviluppo di questo nuovo metodo per creare muscoli artificiali più stabili ed efficienti, sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Nature Electronics. Gli attuatori, che consentono di sfruttare energia elettrica per generare movimento o forza svolgono un ruolo cruciale nella vita quotidiana, sebbene passino spesso inosservati. Gli attuatori basati su materiali soft in particolare, negli ultimi anni, hanno attirato l’attenzione della comunità scientifica grazie al loro peso ridotto, al funzionamento silenzioso e alla biodegradabilità. I ricercatori sono a riusciti rendere queste tecnologia molto più usabile e questo studio permette di identificare combinazioni di materiali che portano a un consumo di energia fino a mille volte inferiore. Utilizzando le combinazioni di materiali identificate, sono riusciti a sviluppare e operare con successo diversi tipi di muscoli artificiali, ottiche a gradazione variabile e display tattili.

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