• Dom. Nov 16th, 2025

Una ricerca condotta nell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, appena pubblicata sulla rivista scientifica internazionale American journal of reproductive immunology, ha evidenziato che la sindrome di Behçet non peggiora durante la gravidanza e non aumenta il rischio di complicanze per madre e bambino.

La malattia di Behçet è una malattia rara, con un’incidenza che in Italia varia tra circa 4 e sedici casi ogni 100mila abitanti, e che colpisce principalmente giovani adulti tra i 20 e i 40 anni, nel pieno della loro età fertile. Grazie a un studio condotto nell’ospedale San Carlo di Potenza, dal team specialistico della Reumatologia, diretto da Angela Padula, in collaborazione con la Ostetricia e ginecologia, diretta da Sergio Schettini, è stato analizzato, nella più ampia casistica italiana sinora pubblicata, il rapporto tra la malattia di Behçet e gravidanza. La ricerca ha mostrato che durante la gestazione la malattia tende a mantenere un andamento stabile: solo nel 16 per cento dei casi si sono registrate riacutizzazioni, per lo più di lieve entità e gestibili farmacologicamente. Gli esiti materni e neonatali si sono rivelati sovrapponibili a quelli della popolazione generale, senza complicanze significative né decessi. “La pubblicazione su una rivista scientifica di rilievo internazionale – dichiara il direttore generale dell’azienda ospedaliera regionale San Carlo di Potenza, Giuseppe Spera – è motivo di orgoglio per tutta la nostra comunità ospedaliera. Rappresenta il riconoscimento del valore della ricerca clinica dell’Aor e della sua capacità di coniugare scienza, umanità e innovazione. Questo studio dà un messaggio di speranza e di fiducia alle donne con malattie croniche rare, che oggi possono affrontare la maternità con maggiore consapevolezza e sicurezza”.

 “Il rapporto tra la malattia di Behçet e la gravidanza è complesso – ha spiegato Padula – poiché molte pazienti temono che la condizione possa influenzare negativamente il loro desiderio di maternità. È importante un confronto aperto con il reumatologo per pianificare al meglio la gravidanza”. “Le principali paure – ha aggiunto Schettini – riguardano il rischio di complicanze come aborti, parto prematuro o peggioramento dei sintomi. Sebbene la malattia possa comportare rischi di riacutizzazioni o complicanze, con una gestione adeguata e un monitoraggio medico accurato, molte di loro riescono a vivere una gravidanza tranquilla”. Il reumatologo Pietro Leccese e la ginecologa Assunta Iuliano, insieme alla biologa Maria Carmela Padula, che hanno avuto un ruolo centrale nella conduzione dello studio, ha evidenziato che “il risultato più rilevante è che la gravidanza non sembra aggravare l’andamento della malattia di Behçet e che non sono state riscontrate complicanze materno-fetali specifiche legate alla malattia”.

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