• Sab. Lug 19th, 2025

“La vitiligine è una patologia dermatologica che si manifesta con la comparsa di macchie bianche sulla pelle, prevalentemente per due fenomeni: il primo è di tipo autoimmunitario, in questo caso gli anticorpi vanno ad inibire la proliferazione delle cellule deputate alla produzione della melanina; il secondo è da ‘stress ossidativo’, quindi si verifica un blocco dei melanociti con la conseguente mancata produzione di melanina (il pigmento che dà il colore naturale alla nostra pelle) e la comparsa di macchie bianche in alcune zone del viso o del corpo, un po’ come accade nell’invecchiamento della pelle”.

A spiegarlo è il dottor Andrea Paro Vidolin, responsabile del Centro di Fotodermatologia e Cura della Vitiligine dell’Ospedale Israelitico di Roma, intervistato dalla Dire in occasione di un incontro-dibattito tra medici specialisti e pazienti organizzato l’altro giorno nella Capitale in occasione della Giornata mondiale della Vitiligine del 25 giugno. All’evento, nella sede dell’Associazione Civita a Piazza Venezia, presente – tra gli altri – anche il professor Henry Lim di Detroit (Usa), tra i massimi esperti mondiali nel campo della vitiligine e presidente dell’Associazione Internazionale delle Società di Dermatologia (Ilds).

“La vitiligine- prosegue l’esperto- è la comparsa di macchie di colore biancolatte, localizzate in alcuni distretti corporei, come il volto, le regioni acrali, quindi le mani, i piedi, i cavi ascellari, i gomiti e la ginocchia. Esistono due forme di vitiligine: una vitiligine ‘volgare’, ‘diffusa’, che coinvolge a livello simmetrico alcune zone del corpo, e una forma ‘segmentale’, che invece colpisce solo un lato del corpo, quindi si manifesta a destra oppure a sinistra. Nella prima forma la patologia ha una graduale progressione ed una evoluzione ‘capricciosa’ e imprevedibile; la seconda forma, la ‘segmentale’, invece, ha un esordio precoce, una progressione rapida (1/2 anni) e poi una stabilizzazione”. 

Gli italiani colpiti da vitiligine sono circa 330mila, mentre la patologia a livello globale interessa dal 2-4% della popolazione. Ma la patologia può comparire all’improvviso? “Esiste una predisposizione costituzionale alla vitiligine, di cui è ancora ignota la causa, ma può arrivare anche in maniera molto repentina, per esempio in persone che hanno subito uno stress molto forte (come un lutto, la perdita del lavoro o un divorzio), oppure per via di patologie associate (come le tiroiditi croniche autoimmuni e la celiachia). In genere è l’adolescenza il periodo più indicato e il picco è intorno ai 20-35 anni, ma può manifestarsi anche in età adulta”. Ogni macchia bianca (anche piccola) che compare sul nostro corpo, però, non è naturalmente detto che sia vitiligine? “Vanno eseguiti degli esami- dice Paro Vidolin- Noi possiamo avere tante macchie bianche sulla pelle, possono essere funghi, cicatrici, nevi di Sutton (nei circondati da una zona di pelle priva di pigmento), oppure può essere semplicemente un pizzico di zanzara che ha lasciato il segno perché grattato dalla persona, quindi un evento traumatico. Per quanto riguarda la diagnosi di vitiligine, è necessario fare l’esame in una stanza al buio con la luce di Wood, che consente di avere una fluorescenza particolare sulla macchia”.

Quanto alla terapia che viene data per bocca, per via sistemica, oggi si basa prevalentemente su vitamine (antiossidanti). “La funzione di questa terapia è quella di combattere lo stress ossidativo e di stabilizzare la patologia- spiega ancora l’esperto- Con le vitamine riusciamo quindi a far sì che quella macchia non aumenti o non ne vengano altre”. Le macchie possono scomparire del tutto? “Gli antiossidanti hanno prevalentemente la funzione di bloccare la patologia, mentre invece per ricolorare le macchie abbiamo a disposizione una tecnica che si chiama ‘fototerapia UVB a banda stretta’- risponde ancora alla Dire Paro Vidolin- si tratta di lampade che emettono raggi UVB e che, se fatte una o due volte a settimana (per un periodo variabile) sono in grado di stimolare nei pazienti il processo di melanina”. Da agosto 2024, poi, è a disposizione “un’arma in più che si può associare alla fototerapia, cioè il primo farmaco indicato proprio per la vitiligine: il principio attivo si chiama Ruxolitinib e le ultime ricerche dimostrano che l’associazione tra la fototerapia e questo farmaco riduce i tempi di ripigmentazione. Ci sono però delle zone della cute che rispondono molto bene e altre molto male: il viso, le ascelle, l’inguine, i gomiti, le ginocchia rispondono bene, mentre abbiamo qualche problema in più sulle mani e sui piedi”.

Oggi, inoltre, si stanno studiando (anche se ancora sono a livello sperimentale) dei farmaci per via sistemica: “In particolare- sottolinea l’esperto- abbiamo due sperimentazioni (in cui sono impegnate due importanti multinazionali), ma bisognerà vedere se funzionano e quali sono gli effetti collaterali”. Tornando invece alle lampade come terapia, non ci sono rischi per il paziente? “Questo tipo di lampade non fanno male, non si tratta dei raggi ad UVA delle lampade abbronzanti, ma sono raggi UVB a banda stretta. Tali raggi si usano anche molto nella dermatite atopica e nella psoriasi, si fanno da tantissimo tempo e non è mai stato riscontrato un tumore o un melanoma.

La novità oggi sono i laser ad eccimeri, cioè delle macchine per fare la fototerapia localizzata, quindi solo sulla zona. Questo è tecnicamente più valido, ma soprattutto più potente, perché si va ad agire solo sulla parte interessata con una tecnologia laser”. Cosa consiglia, infine, ai pazienti con vitiligine in vista dell’estate, quindi di una maggiore esposizione al sole? “Di usare i solari dedicati alle patologie, nel caso della vitiligine si deve usare una crema con protezione solare 50 sulla pelle normale, mentre un solare che abbia una filtrazione selezionata sulla macchia bianca, affinché si blocchino i raggi UVA (che non fanno niente) e passino un po’ di raggi UVB che emette anche il sole. Oggi c’è quindi una strategia diversa rispetto al passato, quando si consigliava di mettere una protezione 50, ma ci vogliono dei solari dedicati alla vitiligine”. Un po’ di sole, insomma, fa bene alle macchie da vitiligine? “Adottando questi solari specifici fa assolutamente bene, naturalmente usando sempre tutte le precauzioni classiche, quindi bisogna evitare di esporsi al sole in determinate fasce orarie, dalle 13 alle 25. Ma questo- conclude- vale per tutti”. Il primo ‘World Vitiligo Day’ fu celebrato nel 2011 e la Giornata venne istituita in memoria di Michael Jackson, una delle star colpite dalla malattia, che morì il 25 giugno 2009.

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