• Lun. Dic 9th, 2024

Dalla programmazione sanitaria all’importanza dell’alimentazione, dagli effetti dell’alcol nei giovani alle terapie in essere. Le malattie epatiche rappresentano una sfida cruciale per la salute pubblica e possono essere prevenute attraverso interventi mirati fin dalla giovane età.

Di questo e altro si parlerà durante il corso di aggiornamento ‘L’epatologia nel terzo millennio’, dodicesima edizione all’Archivio di Stato di Napoli il 29 e 30 novembre. L’evento è promosso dall’Ospedale Evangelico Betania. La Campania paga storicamente un prezzo altissimo alle malattie del fegato: 1.800 decessi l’anno per cirrosi epatica e/o tumore al fegato, 1.200 nuovi casi di tumore al fegato nel solo 2021 e 73 milioni di euro spesi per la sola assistenza ospedaliera sono alcuni dei dati più significativi che riguardano la regione.

“Il focus di quest’anno è ancor più multidisciplinare – chiarisce Ernesto Claar, direttore dell’Unità Operativa di Epatologia dell’Ospedale Evangelico Betania e direttore del corso – sempre nell’ottica di divulgare il progresso scientifico e l’avanzamento tecnologico in epatologia e far comprendere quanto le malattie epatiche rappresentino una sfida cruciale per la salute pubblica e possono essere oggetto di prevenzione fin dalla giovane età”.

LE MALATTIE

La vera epidemia del terzo millennio è inoltre la malattia da fegato grasso (steatosi epatica) associata alla sindrome metabolica (obesità, diabete, alterato assetto lipidico); il 65% dei diabetici e l’80% degli obesi ha “malattia da fegato grasso” che, troppe volte, evolve inconsapevolmente in cirrosi epatica oppure in tumore al fegato. Il soggetto affetto da steatosi epatica con infiammazione (steatoepatite) ha un rischio cardiovascolare ed un rischio di sviluppare tumore al fegato enormemente più alto. La mancata consapevolezza dei danni procurati dall’alcol rischia di produrre danni irreparabili.

L’ALCOL

Per l’alcol non esiste una quantità minima consentita; andrebbe semplicemente evitato. Il fegato riesce a metabolizzare non più di mezzo bicchiere di vino ogni ora; a maggior ragione il consumo smodato e concentrato in poco tempo (binge drinking) è particolarmente dannoso. L’alcol rompe il normale equilibrio tra morte e rigenerazione cellulare del fegato, producendo danni a lungo termine, di cui la prima espressione è la steatosi epatica. Il fegato, apparentemente resiliente, presenta il conto dopo anni di abusi. 

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