
Ansia e stress legati al ricovero ospedaliero e alle patologie possono abbassarsi in maniera considerevole, dopo aver visto un film con valori positivi e aver elaborato con i terapeuti le sensazioni provate durante la visione, contribuendo a un miglioramento psicofisico del paziente. Ă quanto emerge da due studi clinici appena terminati e in fase di pubblicazione condotti da psicologi clinici e psichiatri, medici e ricercatori del Policlinico Gemelli IRCCS e UniversitĂ Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con MediCinema Italia.
I risultati sono stati presentati in occasione dellâevento intitolato âMediCinema, il cinema come cura complementareâ, che si è svolto questa mattina, mercoledĂŹ 22 ottobre, grazie al supporto della Fondazione Roma Lazio Film Commission. Lâincontro è stato moderato dalla giornalista e scrittrice Laura Delli Colli, Presidente dei Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) e del Premio Nastri dâArgento, da sempre sostenitrice di MediCinema.
I saluti istituzionali sono stati affidati a Lorenza Lei, Amministratore Delegato della Fondazione Roma Lazio Film Commission e a Fulvia Salvi, Presidente di MediCinema Italia, che ha raccontato il decennale percorso dellâassociazione nellâutilizzo della cineterapia negli ospedali, mentre Marina Morra, MediCinema Manager Lazio, ha illustrato lâapproccio innovativo che coniuga la visione filmica a una rigorosa ricerca medico-scientifica.
Lo studio âSuper Eroi Insiemeâ
La professoressa Daniela Chieffo direttrice di Psicologia Clinica al Policlinico Gemelli, ha illustrato il primo progetto clinico denominato âSuper Eroi Insiemeâ (SEI). Dedicato a pazienti pediatrici con patologie neurologiche complesse, realizzato a Roma presso la sala MediCinema del Policlinico Agostino Gemelli IRCCS, ha coinvolto 30 bambini tra gli 8 e i 12 anni per sei mesi, con incontri a cadenza mensile. Gli appuntamenti prevedevano la proiezione di film di animazione dedicati a temi come amicizia, collaborazione, empatia e resilienza, accompagnati da attivitĂ ludico-educative tra bambini ospedalizzati e coetanei della scuola Lambruschini a Roma. I bambini, divisi in squadre, ispirate a personaggi iconici come Spider-Man o Topolino, hanno partecipato a giochi e momenti di riflessione guidati dalle â6 A magicheâ (Aiuto, Ascolto, Accoglienza, Accompagnare, Alleanza, Attenzione), pensate per rafforzare i messaggi trasmessi dai film. Il progetto è stato reso possibile grazie al lavoro congiunto di psicologi, medici, volontari della sala MediCinema, personale sanitario infermieristico e le maestre di scuola che hanno supportato i bambini durante le attivitĂ .
I risultati del progetto SEI mostrano che i bambini ricoverati hanno registrato un miglioramento significativo in tutte le dimensioni socio-emotive e dellâautostima tra lâinizio (T0) e la fine del percorso (T1).
âSono emersi progressi importanti â ha affermato la professoressa Daniela Chieffo – nella consapevolezza di sĂŠ, nella regolazione emotiva, nella consapevolezza sociale e nella capacitĂ decisionale responsabile, oltre che in tutte le principali forme di autostima, dalla sfera scolastica e corporea a quella familiare e interpersonale.
Il confronto con i coetanei della scuola – ha proseguito la professoressa Chieffo – ha evidenziato che allâinizio del progetto (T0) i bambini ricoverati presentavano punteggi inferiori in quasi tutte le aree valutate, segnalando una maggiore fragilitĂ emotiva e relazionale. Al termine dellâintervento (T1), queste differenze si sono significativamente ridotte, in particolare per quanto riguarda le abilitĂ socio-emotive e lâautostima globale, indicando un percorso di crescita e potenziamento. Alcune differenze persistono, soprattutto nellâautostima scolastica e corporea, ma nel complesso il divario tra i due gruppi si è assottigliato, a testimonianza dellâefficacia del progetto nellâaccompagnare i bambini ospedalizzati verso un maggiore benessere psicologico e relazionaleâ.
Attraverso storie e personaggi i film hanno favorito lâelaborazione delle emozioni, il rafforzamento dellâautostima e delle competenze socio-emotive, promuovendo al contempo socializzazione e benessere e trasformando lâambiente ospedaliero in uno spazio di crescita e condivisione.
Lo studio âEmozioni al Femminileâ
Laprofessoressa Marianna Mazza e la dottoressa Caterina Brisi della UOC di Psichiatria Clinica dâUrgenza del Policlinico Gemelli IRCCS hanno presentato il secondo progetto denominato âEmozioni al Femminileâ, nato da unâiniziativa congiunta di MediCinema Italia con la UOC di Psichiatria Clinica e dâUrgenza del Gemelli.
âEmozioni al Femminileâ è un Protocollo Clinico che ha lo scopo di verificare lâefficacia della cineterapia in donne con disturbi ansiosi e disturbi dell’umore che afferiscono agli Ambulatori eal Day Hospital della UOC di Psichiatria Clinica e dâUrgenza del Policlinico Gemelli IRCCS.
Lo studio ha previsto otto incontri, uno al mese, in cui un gruppo di donne con depressione e ansia ha assistito alla proiezione di un film insieme al proprio partner. Ogni film trattava un’emozione diversa e, dopo la visione, si apriva una discussione per riflettere sui contenuti del film.
Hanno partecipato trenta donne sposate o conviventi, con unâetĂ media di circa 56 anni, con diagnosi di depressione e ansia che assumevano farmaci antidepressivi e ansiolitici. Quindici di esse hanno preso parte alle proiezioni con il proprio partner.
âDai dati raccolti, – hanno spiegato le ricercatrici Marianna Mazza e Caterina Brisi – è emerso che guardare i film e parlarne insieme ha portato a una riduzione del 50% dei sintomi depressivi e del 64% di quelli ansiosi nel gruppo di donne che ha partecipato alla cinematerapia.
Il cinema permette di emozionarsi e immedesimarsi nei personaggi, – hanno continuato Mazza e Brisi – aiutando le persone a riconoscere e comprendere meglio le proprie emozioni e favorisce la relazione con lâaltro, in questo caso con il partner, creando un momento di condivisione profondoâ.
Questo studio clinico mostra dunque che la cinematerapia può essere uno strumento utile e coinvolgente per aiutare le donne a superare momenti difficili legati alla salute mentale. Non sostituisce le cure mediche, ma può rappresentare un valido aiuto in piÚ, integrandosi con le terapie tradizionali.
