• Dom. Giu 15th, 2025

Anche le lumache possono avere problemi d’ansia. Una chiocciola d’acqua dolce, infatti, sta diventando un nuovo strumento per la ricerca neuropsichiatrica.

Lo dimostra uno studio coordinato dall’Università degli di Modena e Reggio Emilia, pubblicato sulla rivista Translational Psychiatry del gruppo Nature: documenta, per la seconda volta al mondo, un comportamento ansioso-simile in un organismo non appartenente alla classe dei mammiferi: la Lymnaea stagnalis, chiocciola di stagno. Il comportamento osservato, segnalano da Unimore, risponde alla somministrazione di Alprazolam, uno dei principali farmaci utilizzati per trattare i disturbi d’ansia, ed apre nuove possibilità per la ricerca traslazionale. Il lavoro nasce dal gruppo coordinato dai prof Fabio Tascedda e Cristina Benatti e ha come prima autrice la collega Veronica Rivi.

Il titolo dello studio è “First evidence of an anxiety-like behavior and its pharmacological modulation in a molluscan model organism, Lymnaea stagnalis”: hanno contribuito anche la Vrije Universiteit di Amsterdam (Joris M. Koene), il Balaton Limnological Research Institute in Ungheria (Zsolt Pirger), la Flame University in India (Anuradha Batabyal) e l’Hotchkiss Brain Institute dell’Università di Calgary, Canada (Ken Lukowiak). Evidenzia Benatti. “I nostri risultati indicano che le risposte a stress e ansia sono profondamente radicate nella storia evolutiva e conservate tra specie molto diverse, rappresentando una strategia di sopravvivenza comune. Lymnaea si sta confermando un modello estremamente utile per studiare i meccanismi alla base delle funzioni cognitive e della risposta allo stress, fondamentali non solo per le emozioni ma anche per numerosi disturbi psichiatrici”. 

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