
Nel 2024 la Società Italiana di Medicina Estetica (SIME) ha dato vita a un progetto educativo innovativo dal titolo Laboratorio di Bellezza, rivolto agli studenti delle scuole medie e superiori della Calabria.
Nelle intenzioni degli organizzatori il progetto dovrebbe rappresentare una vera e propria ‘reazione chimica educativa’ che parte da un messaggio che prende le distanze dal mainstream: la bellezza non è solo quella proposta dai social, alterata dai filtri e stereotipata.
La Bellezza è ovunque (e decisamente altrove, rispetto al modello dei social) e va riscoperta e ricercata nella natura, nella musica, nella matematica, nei gesti gentili, in un pensiero profondo. “Il progetto – spiega Rosanna Catizzone, segretario generale della SIME – è stato realizzato con le classi seconde medie dell’Istituto Comprensivo di Taverna (CZ) e con le terze liceo di un istituto di Cittanova (RC). L’obiettivo era ambizioso: proporre una nuova idea di bellezza, autentica e libera dagli standard imposti da influencer e celebrità. Nel 2025, SIME è tornata tra gli studenti per verificare se quel messaggio avesse lasciato il segno. E la risposta è stata sorprendente”.
“Il ‘Laboratorio di Bellezza’ – spiega la dottoressa Catizzone – ha introdotto i ragazzi a un concetto di bellezza integrata: non solo esteriore, ma anche interiore, emotiva, culturale e spirituale. Sono stati esplorati temi come il garbo, l’eleganza dei modi, la grazia, la solidarietà, l’amicizia, la libertà. Messaggi semplici ma potenti sono stati ripetuti con forza: “La bruttezza non esiste, siete tutti belli così come siete”. Un invito a valorizzarsi, ad accettarsi, a non inseguire modelli irraggiungibili e artefatti.
Per contrastare il culto della perfezione estetica e la pressione del confronto continuo, si è parlato anche di ciò che è veramente brutto: la violenza, l’arroganza, il pregiudizio, il bullismo, il body shaming. Con il supporto di tecniche di comunicazione coinvolgenti come il Metaplan e la Simulata, i ragazzi sono stati protagonisti attivi: hanno guardato video, risposto a domande e condiviso pensieri. Le insegnanti hanno riscontrato un alto livello di partecipazione, soprattutto tra i più giovani, che hanno risposto con entusiasmo, attraverso disegni, messaggi scritti e feedback personali. Il riscontro più emozionante – prosegue la dottoressa Catizzone – lo abbiamo avuto un anno dopo: i ragazzi ricordavano i messaggi ricevuti e avevano fatto propri i concetti appresi. Questo dimostra che parlare ai ragazzi con sincerità, senza filtri né giudizi, può davvero produrre un cambiamento profondo”.
“Anche attraverso questi progetti rivolti ai giovanissimi, SIME conferma e ribadisce la sua mission educativa – commenta il presidente della SIME Emanuele Bartoletti – è necessario insegnare alle nuove generazioni che la vera bellezza è pensiero, cultura, rispetto, empatia. E che la libertà di essere sé stessi è il più potente atto di bellezza. Sulla scia dell’esperienza della dottoressa Catizzone, la SIME, attraverso una iniziativa della dottoressa Nadia Fraone, consigliere della Società, sta proponendo al Ministero dell’Istruzione uno studio pilota per un programma educativo che promuova un concetto di medicina estetica basato sulla salute, sulla prevenzione e sul benessere psicofisico attraverso questi punti:
- Informare gli studenti su cosa sia realmente la medicina estetica e sul suo ruolo preventivo;
- Sensibilizzare i giovani sull’importanza della prevenzione per mantenere la salute e la bellezza naturale;
- Promuovere il concetto di benessere psicofisico integrato, che unisce salute fisica, mentale ed emotiva;
- Contrastare i pregiudizi e le disinformazioni sulla medicina estetica e sull’immagine corporea;
- Insegnare a distinguere i trattamenti estetici realmente utili da quelli inutili o dannosi;
- Favorire comportamenti sani e responsabili per il proprio benessere;
- Fornire strumenti scientifici per un’informazione corretta.
Confidiamo molto nel successo di questa iniziativa – affermano i promotori – perché oggi più che mai gli adolescenti sono esposti a messaggi fuorvianti che circolano sui social media, veicolando ideali di bellezza falsati e pericolosi. Troppe trasformazioni richieste da ragazze giovanissime e acconsentite da professionisti senza scrupoli che nulla hanno a che fare con la vera medicina estetica, rappresentano una deriva che non possiamo più ignorare. È tempo di intervenire con decisione”.