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SANITA' LAZIO. CITTADINANZATTIVA, INACCETTABILE 786 PERSONE IN ATTESA POSTO LETTO

"La situazione dei Pronto Soccorso nel Lazio è ormai insostenibile. Si intervenga con decisione e senza ulteriori ritardi nella gestione dell'emergenza/urgenza. Quanto denunciato dalla Società italiana della medicina di emergenza-urgenza (Simeu) con il bollettino settimanale della situazione dei Pronto Soccorso nel Lazio appare del tutto evidente che siamo in presenza di una crisi di sistema: 786 cittadini in attesa di posto letto anche da giorni è un livello inaccettabile per qualsiasi Paese".

Così Elio Rosati, segretario regionale di Cittadinanzattiva Lazio. "Le proposte formulate da Simeu Lazio nel documento sono minime per tentare di frenare una situazione ormai fuori controllo. Chiediamo che tali proposte siano rapidamente valutate e siano introdotte risorse vere, soluzioni efficaci e un'attività di monitoraggio costante e non episodica", aggiunge. L'attività di Boarding, in una logica di solidarietà/appropriatezza/sistema, deve essere sottratta al Pronto soccorso, spostando almeno il 50% di esso sulla specialistica che, a turno, deve impiegare i suoi medici, ovviamente anche in prestazione aggiuntiva, nell'assistenza a tali pazienti in area diversa dal PS, specie se 'ancora negativi', permettendo la gestione del flusso di PS senza troppi blocchi che si pagano con il ritardo di assistenza sul territorio per il blocco ambulanze solo al Boarding dovuto.

Sul fronte dei posti letto, Cittadinanzattiva sottolinea come "la mancata preparazione di una ondata prevedibile e prevista, restando alla scomparsa del Covid per decreto, deve essere superata con un immediato coordinamento che permetta allo Spallanzani di aumentare i posti per le polmoniti in evidente incremento, e alle strutture private accreditate di riaprire ai Covid insieme alla riattivazione in numero adeguato di Covid Hotel, rsa e post-acuzie Covid, Taxi sanitario Covid. In assenza di tale sforzo, tutti gli ospedali pubblici in pochi giorni subiranno la pressione Covid epidemiologica con impossibilità anche al recupero dei ricoveri dalle già lunghe liste d'attesa".

"Assolutamente incomprensibile, intollerabile, emarginante e meritevole di azione dimostrativa finale- prosegue la nota di Cittadinanzattiva- è la decisione ministeriale (contenuta nella Finanziaria) di assegnare 80 euro/h per recuperare le liste di attesa, mentre la aggiuntiva per un'ora di PS vale 60 euro. La Regione deve fin da subito appianare questa beffarda ed ingiusta differenza, anzi sommando anche un incentivo particolare per il rischio continuativo e il deterioramento della vita privata che solo i medici dell'emergenza hanno subito in questi anni, sempre che il fine ultimo sia quello di mantenere la sanità pubblica ed il sistema di emergenza efficiente".

L'organizzazione civica punta l'attenzione anche sul tema delle assunzioni, riguardo alle quali ritiene debba essere fatto subito "un piano che coinvolga tutte le specialità equipollenti sui fabbisogni dei prossimi anni, lasciando in PS tali specialisti per i primi due anni di attività, superando il periodo di prova solo per l'aiuto che potranno fornire nell'assistenza al boarding e ai codici minori insieme agli specializzandi che dovranno essere chiamati tutti negli ospedali regionali attraverso un patto con le università, pena la scomparsa di diversi ospedali periferici, notoriamente con ormai poco personale ovunque".

"È tempo ormai che si riconosca valore e dignità al Sistema dell'Emergenza riconoscendolo LEA-prosegue la nota- e assicurando risorse umane e logistica adeguate sempre nell'ottica di integrazione ospedale-territorio, ma senza false illusioni su future strutture 'filtro' che ad oggi non sappiamo se saranno riduttori o moltiplicatori di accesso all'emergenza, specie se la guida non sarà unica e dell'emergenza ospedaliera e la dotazione umana e strumentale non dovesse essere completa e ruotante i servizi". "Anche il Piano regionale per il recupero delle Liste di attesa, alla luce di questi numeri incontrovertibili assume una luce e una veste diversa- conclude Rosati- Rischiamo tutti di veder saltare il banco dell'accesso alle prestazioni sanitarie, con un aumento di 'rinunce' alla cura e persone che usciranno dai radar dell'assistenza e il concreto rischio di avere, poi, una massa importante di persone con patologie e con situazioni sanitarie molto rilevanti". 

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