PROTEINA SPIA PREVEDE MORTALITA' DA CORONAVIRUS. MODENA GUIDA LO STUDIO

La proteina di tipo angiopoietina-2, coinvolta nel processo di crescita e rigenerazione dei vasi sanguigni, puo' diventare una spia della mortalita' nei pazienti Covid a maggior rischio di disfunzione polmonare cronicaI contagi sul lavoro da coronavirus denunciati all'Inail alla data dello scorso 31 gennaio sono 147.875, pari a circa un quarto delle denunce complessive di infortunio sul lavoro pervenute dall'inizio del 2020 e al 5,8% dei contagiati nazionali totali comunicati dall'Istituto superiore di sanita' (Iss) alla fine di gennaio.
I casi in piu' rispetto ai 131.090 del mese precedente sono 16.785 (+12,8%). La seconda ondata della pandemia, come rileva il 13esimo report nazionale elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell'Inail, pubblicato oggi insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali, ha avuto un impatto piu' intenso della prima anche in ambito lavorativo e non solo per la presenza di un mese in piu'. Il quadrimestre ottobre 2020-gennaio 2021, con oltre 92mila contagi, incide infatti per il 62,3% sul totale delle infezioni di origine professionale, denunciate dall'inizio della pandemia, rispetto agli oltre 50mila casi registrati nel trimestre marzo-maggio 2020, pari al 34,2%. I casi denunciati sono concentrati soprattutto nei mesi di novembre (25,3%), marzo (19,2%), ottobre (15,9%), dicembre (15,1%), aprile (12,4%) e gennaio 2021 (6,0%), per un totale del 93,9%, mentre il rimanente 6,1% riguarda gli altri mesi del 2020: maggio (2,6%), settembre (1,3%), febbraio (0,7%), giugno e agosto (0,6% per entrambi) e luglio (0,3%), oltre alle 16 denunce del gennaio 2020.
Come emerge anche da questi dati, nel periodo estivo tra la prima e la seconda ondata era stato registrato un consistente ridimensionamento del fenomeno, fino alla leggera risalita rilevata a settembre, che lasciava presagire la ripresa dei contagi che ha caratterizzato i mesi successivi. E questo in un contesto in cui ancora mancano marcatori biomolecolari, validati, in grado di prevedere la mortalita' e ancora piu' il rischio di cronicizzazione dell'infezione da Covid-19. È l'esito cui e' arrivato un nuovo studio nel capitolo coronavirus, pubblicato in questo caso sulla rivista specializzata 'Blood Advances', che non riguarda solo Modena ma che e' guidato dall'Azienda ospedaliero-universitaria modenese.
Promossa dalla Regione grazie a un finanziamento della Banca d'Italia di due milioni di euro, la ricerca, coordinata dalla prof Erica Villa, ha preso in esame due diversi gruppi insiemi di pazienti, di 187 e 62 persone, ricoverati con diagnosi da Covid da marzo a maggio scorsi. Sono state analizzate le variazioni della proteina alla terza e alla decima giornata di degenza, ed e' stato dimostrato come livelli incrementati di angiopoietina-2' alla terza giornata identificassero con elevata accuratezza i pazienti a maggior rischio di decesso. Spiega in videoconferenza al centro didattico del Policlinico di Modena l'assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: "L'obiettivo era molto ambizioso, e convincemmo la Banca d'Italia a metterci due milioni di euro. Oggi si e' rivelato uno studio certo e affidabile, pubblicato a livello internazionale, con la possibilita' di essere utilizzato. È un risultato di cui fara' tesoro la comunita' scientifica internazionale- rimarca l'assessore regionale- e il fatto che l'abbiamo pensata, finanziata, studiata e pubblicata con la guida dei professionisti di Modena ci rende particolarmente orgogliosi".
Donini conferma il grande impegno "contro la pandemia sul piano vaccinale, oltre che sulle precauzioni da adottare, ma non dobbiamo mai dimenticare che il Covid ha le sue regole, al di la' di ogni Dpcm o ordinanza regionale: ovvero, che gli assembramenti sono ad alto rischio, che ci si contagia prevalentemente senza mascherina, che un 5% dei contagiati finisce nei reparti ospedalieri, e fra questi, uno su 10 o uno su 12 entra in terapia intensiva. Non dobbiamo mai smettere di occuparci di questo 5%.
Avere ora degli strumenti- enfatizza l'assessore regionale sullo studio coordinato da Modena- che ci consentono di predefinire il decorso clinico del paziente, con un certo anticipo, ci puo' far calibrare l'appropriatezza massima della cura".