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LE MALATTIE AUTOIMMUNI ESPONGONO DI PIÙ AL CORONAVIRUS

E' stato pubblicato online, sulla rivista "Clinical Rheumatology", l'articolo "COVID-19 and rheumatic autoimmune systemic diseases: report of a large Italian patients series" che rappresenta la piu' ampia casistica finora pubblicata sull'infezione da Covid-19 nei pazienti con malattie autoimmuni sistemiche tanto che, secondo Springer Nature, l'articolo e' stato inviato all'Organizzazione mondiale della sanita' per la sua rilevanza.

Il lavoro e' il risultato di uno studio multicentrico che ha coinvolto 16 differenti centri italiani sotto la direzione del professor Clodoveo Ferri dell'Universita' di Modena e del professor Alessandro Antonelli della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina interna ad indirizzo immuno-endocrino dell'Aoup (Azienda ospedaliero universitaria pisana), che e' anche anche Corresponding Author. Hanno preso parte allo studio anche il dottor Antonio Tavoni, dell'Unita' operativa universitaria di Immunologia clinica dell'Aoup e la dottoressa Poupak Fallahi, della Sezione dipartimentale universitaria di Medicina preventiva.

Sono stati coinvolti 1641 pazienti con malattie autoimmuni sistemiche ed e' emersa una prevalenza significativamente piu' alta di infezione Covid-19 nei pazienti con malattie sistemiche autoimmuni rispetto alla popolazione generale italiana, principalmente a causa della maggiore loro suscettibilita' alle infezioni, favorita anche dall'esposizione al virus in strutture ad alto flusso di visitatori come gli ospedali, prima che scattassero le misure restrittive adottate a livello nazionale.

La prevalenza di Covid-19 e' inoltre risultata piu' elevata nei pazienti affetti da "malattie autoimmuni del tessuto connettivo", rispetto ai pazienti con "inflammatory arthritis", probabilmente a causa di una piu' profonda compromissione del sistema immunitario.

Infine, l'infezione da Covid-19 e' risultata piu' frequente nel sottogruppo di pazienti con malattie sistemiche autoimmuni non in trattamento con i farmaci anti-reumatici sintetici convenzionali (idrossilclorochina e metotrexato) che, in questi mesi di epidemia, hanno dimostrato una funzione protettiva dalle forme piu' dannose di Covid-19.

 
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