IN PANDEMIA GIOVANI CONNESSI E ISOLATI, EMOZIONI NEGATIVE PER 8 SU 10

L'80% di bambini e adolescenti vive emozioni negative e ben 1 su 2 passa oltre 8 ore davanti allo schermo. Sono gli effetti della pandemia sugli stili di vita e sul benessere psico-fisico dei più giovani. Per molti gli schermi sono l'unica 'finestra sul mondo' ma nonostante i device siano stati utilizzati soprattutto per restare in contatto con gli amici e con il mondo esterno, bambini e adolescenti si sono sentiti lo stesso isolati, stressati e tristi.
E' quanto emerge da un sondaggio condotto da Società Italiana di Pediatria (Sip), Polizia di Stato e Skuola.net su un campione di diecimila studenti - di cui 6.500 ragazzi tra 15 e 18 anni e 3.500 tra 9 e 14 anni - costituito per il 65% da ragazze e per il 35% da ragazzi, rappresentativo di tutto il territorio nazionale. Obiettivo del sondaggio: indagare il rapporto con le nuove tecnologie in tempo di pandemia, ma anche far emergere dalla voce dei diretti interessati le emozioni e le abitudini di vita in questo periodo così particolare e provante. Il sondaggio è stato condotto a marzo 2021 e i risultati sono stati messi a confronto con un'analoga ricerca, condotta sempre da Sip, Polizia di Stato e Skuola.net a ottobre 2019, ossia prima che bambini e adolescenti italiani conoscessero la lunga fase di confinamento dovuta al coronavirus.
I RISULTATI
Il 25% degli intervistati dichiara di sentirsi più isolato e avverte la mancanza di una relazione in presenza, il 24% si sente più stressato, il 18% più triste, il 14% dichiara di aver paura per i propri familiari e per il proprio futuro, appena il 6% afferma che i rapporti interpersonali sono migliorati grazie alla tecnologia. Soltanto il 13% dichiara di non aver sperimentato nessuna delle emozioni appena elencate. E mentre i più grandi (15-18 anni) si sentono maggiormente stressati (27% contro 18%) e preoccupati (15% contro 11%), i più piccoli (9-14 anni) si sentono un pò più isolati (28% contro 24%). Per quanto riguarda il tempo trascorso sui dispositivi tecnologici ben il 54% del campione dichiara di usare i media device per oltre 3 ore al giorno, oltre al tempo trascorso in Dad (il 50% nella fascia 9-14 anni, il 57% in quella 15-18 anni).
Nel 2019, questa percentuale era pari al 41% ma, a ben vedere l'aumento ha riguardato soprattutto i giovanissimi, ossia i 9-14enni. Passa, infatti, dal 32 al 50% - dunque da una proporzione di 1 su 3 a un rapporto di 1 su 2 - la quota di bambini e preadolescenti che trascorre sui device più di 3 ore al giorno oltre alle attività scolastiche. Se a queste ore si sommano quelle impegnate in Dad, circa 5 al giorno, significa che 1 intervistato su 2 trascorre almeno 8 ore al giorno davanti a un dispositivo. E questo nella migliore delle ipotesi, ossia che le ore extrascolastiche trascorse su smartphone e tablet non siano più di 3. Un tempo che, inoltre, tende a crescere ulteriormente con l'età.
COSA FANNO GLI STUDENTI DAVANTI AGLI SCHERMI?
Al di fuori della didattica, i dispositivi vengono usati prevalentemente per comunicare con gli amici (36%), usare i social (24%), guardare video o film (21%), giocare ai videogame (11%), solo marginalmente per fare ricerche (8%). Rispetto ai dati del 2019, passa dal 24 al 36% la quota di coloro che usano la tecnologia per comunicare con gli amici e si riduce dal 19 all'8% la quota di quelli che usano le risorse digitali per fare ricerche o approfondire argomenti di interesse. Solo eccezionalmente la pandemia ha rappresentato l'occasione per consolidare relazioni familiari. Alla domanda 'durante questi mesi cosa hai fatto di più?' il 37% risponde di aver visto più serie Tv, il 13% di aver giocato in rete con gli amici, il 12% ha giocato ai videogiochi da solo, soltanto l'11% ha letto più libri, solo il 12% ha parlato di più con la sua famiglia e appena il 3% dichiara di aver giocato più del solito a giochi di società con la famiglia. A fronte di questi dati la Sip sottolinea i possibili risvolti negativi di stili di vita sbagliati sulla salute fisica e mentale di bambini e adolescenti e auspica il recupero al più presto di abitudini più salutari.