L’accesso alla Biobanca EOC, il confronto con i medici per un’analisi clinica delle prognosi e dell’andamento dei pazienti, un laboratorio di ricerca di base presso l’Istituto Cardiocentro Ticino-EOC riferimento internazionale per la ricerca sulle nanovescicole, la disponibilità dei pazienti che hanno dato il loro consenso: sono stati questi gli ingredienti che hanno portato agli interessanti risultati dell’ultima ricerca svolta da EOC in relazione al COVID-19.
Nello studio, fresco di pubblicazione sul portale di biomedicina della prestigiosa rivista The Lancet, è stato riscontrato che il sangue di pazienti con infezione da COVID-19 è particolarmente ricco di nanovescicole di origine infiammatoria. Queste possono contribuire a scatenare anomali processi di coagulazione, che concorrono ad aggravare la prognosi del paziente. I pazienti con COVID-19 hanno infatti una maggiore espressione di una proteina particolare - il fattore tissutale - noto per essere un attivatore della coagulazione.
Lo studio ha mostrato che il livello di espressione del fattore tissutale era direttamente correlato ai giorni di ricovero e inversamente correlato con il conteggio dei globuli bianchi, entrambi considerati indicatori di prognosi sfavorevole nei pazienti COVID-19.
Il prezioso risultato è solo l’ultimo in ordine temporale di un’intensa attività di ricerca che EOC, grazie al coordinamento dell’Area Formazione accademica, Ricerca e Innovazione (AFRI) e al fondamentale contributo e supporto della Clinical Trial Unit EOC (CTU-EOC), ha portato avanti su svariate tematiche relative al COVID-19. Una notevole mobilitazione di personale e risorse che, sin dalle prime battute della pandemia ha dato contributi decisivi per la cura dei pazienti e per la protezione dal contagio e che oggi si focalizza sui vaccini, studiando in particolare i loro effetti su categorie specifiche di cittadini, come pazienti oncologici e in dialisi, per i quali è fondamentale raccogliere e studiare i dati, come pure sulla valutazione e analisi degli effetti collaterali dei vaccini stessi.
“Abbiamo fatto scoperte importantissime, dall’uso di farmaci per l’ipertensione nella cura del COVID-19, sino all’impiego di un cerotto ipertecnologico per monitorare i parametri vitali dei pazienti oncologici malati di COVID-19, solo per citarne alcuni", afferma il Prof. Dr. med. Michele Ghielmini, Capo di AFRI.
E aggiunge il Prof. Dr. med. Alessandro Ceschi, direttore della CTU-EOC “Il tutto grazie ad un importantissimo lavoro di squadra, che ha origine in una domanda clinicamente rilevante per la cura dei pazienti, prosegue con la concezione e lo svolgimento rigoroso di uno studio clinico e si conclude con l’analisi dettagliata dei dati ottenuti e la condivisione dei risultati, che nel caso ideale trovano un’applicazione diretta nella cura dei pazienti. Come è stato il caso per diversi degli studi che abbiamo promosso e sostenuto”.
Proprio la rilevanza del lavoro di squadra per rendere possibili successi e obiettivi ambiziosi è il secondo grande tema di questa campagna lanciata da EOC. “La ricerca non avviene solo grazie al personale dedicato ed ai partner scientifici, ma anche – e soprattutto – ai pazienti e ai cittadini che si mettono a disposizione per gli studi, ai medici di famiglia e a tutte le associazioni, fondazioni o persone private che la sostengono finanziariamente. A loro va il nostro più profondo ringraziamento”, conclude Ghielmini.