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COVID, DNA INFLUENZA CONTAGIO. STUDIO ISS S.MARINO-ATENEO FERRARA

Il contagio da Covid-19 non dipendererebbe tanto dall'età o dal sesso: sarebbero i fattori genetici a determinare l'infezione in maniera sintomatica anche grave o, al contrario, la refrattarietà, malgrado l'esposizione al virus. 

E' quanto si evince dai risultati preliminari dello studio genetico sul coronavirus realizzato dall'Istituto per la Sicurezza sociale di San Marino, in collaborazione con il Dipartimento di Neuroscienze e riabilitazione dell'Università di Ferrara. I dati preliminari, elaborati su un terzo del campione di 823 persone, sono stati presentati oggi sul Titano dai vertici Iss, il direttore generale Alessandra Bruschi e il direttore sanitario Sergio Rabini, dell'infettivologo Massimo Arlotti, dal professore Michele Rubini dell'unità di Genetica medica dell'Università di Ferrara e dall'infermiera Anna Laderchi. 

La ricerca, in particolare, ha lo scopo di identificare i fattori genetici che possono influenzare l'infezione da nuovo coronavirus, il Sars CoV-2, responsabile della malattia Covid-19. Lo studio che riguarda appunto un campione di 823 volontari, è partito nel novembre 2020, avrà una durata di due anni e si differenzia da altre indagini genetiche perché prende in considerazione non solo le persone infettate, ma anche coloro che, pur convivendo con casi di Covid-19, non hanno contratto il virus. L'individuazione dei volontari, tutti maggiorenni, è iniziata nel novembre 2020 e si è conclusa nel giugno 2021: da ogni soggetto inserito nello studio sono stati raccolti dati clinici e un campione di sangue, utilizzato per ottenere Dna, necessario per le successive indagini genetiche. 

Tre quarti del campione selezionato aveva contratto il Covid-19, un quarto invece è stato esposto ad alto rischio infettivo. A questi si aggiungono 384 soggetti sani. In dettaglio, la casistica Covid-19 comprende per tre quarti pazienti con malattia lieve, quindi curata in trattamento domiciliare, il 10% pazienti con patologia moderata o grave che sono stati ospedalizzati, e il 15% circa di casi asintomatici. Al momento è in corso il completamento del database clinico e della biobanca di Dna e i risultati preliminari sono stati elaborati appunto su un terzo del campione complessivo. Questi esiti iniziali "sembrano confermare la presenza di fattori genetici associabili allo sviluppo di sintomatologia aseguito del contagio con coronavirus- spiegano Iss e Università di Ferrara- nonché una tendenza all'evoluzione grave della patologia". Una volta giunte a conclusione, le indagini genetiche analizzeranno sia le varianti genetiche, che possano dare refrattarietà all'infezione da coronavirus, sia le varianti che possano associarsi a uno sviluppo più grave della patologia respiratoria. Le analisi genetiche iniziate in giugno proseguiranno per tutto luglio e agosto e per avere infine i risultati conclusivi dello studio bisognerà attendere settembre.

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