I bambini potrebbero non essere così contagiosi nel diffondere il coronavirus ad altre persone come si pensava in precedenza, secondo una nuova ricerca condotta dall'Università di Manitoba Canada tra marzo e dicembre 2020.

«I nostri risultati hanno importanti implicazioni cliniche e per la salute pubblica. Se i bambini più piccoli sono meno capaci di trasmettere virus infettivi, l'asilo nido, la scuola in presenza e le attività extrascolastiche prudenti possono essere sicuri di continuare, con le precauzioni appropriate e con un rischio inferiore per il personale di assistenza all'infanzia, gli educatori e il personale di supporto di quanto inizialmente previsto», scrive il prof. Jared Bullard, ricercatore principale dello studio, docente di pediatria e malattie infettive al Max Rady College of Medicine, Università di Manitoba.

Quattordici ricercatori di diverse discipline presso l'Università di Manitoba, il Cadham Provincial Laboratory, Manitoba Health and Seniors Care e il National Microbiology Laboratory dell'Agenzia per la salute pubblica del Canada hanno analizzato campioni di 175 bambini e 130 adulti in città, infettati da SARS-CoV-2, per vedere se c'era una differenza nella contagiosità. Utilizzando colture cellulari di tamponi rinofaringei, hanno studiato le cariche virali in entrambi i gruppi per determinare se i bambini fossero più infettivi o meno.

«Rispetto agli adulti, i bambini con tamponi rinofaringei risultati positivi al virus hanno meno probabilità di sviluppare virus in coltura e con soglie di ciclo più elevate e concentrazioni virali più basse, quindi i bambini non sono la principale causa di trasmissione –aggiungono gli autori dello studio, pubblicato sul Canadian Medical Association Journal- Ciò è particolarmente importante, data la maggiore probabilità di infezione asintomatica proprio in questo gruppo». E’ anche per questo motivo che gli esperti di molti Paesi raccomandano di indossare la mascherina, compresi i bambini a partire dai 2 anni di età.