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Coronavirus, diagnosi con imaging piu' rischiosa nei bambini

Nei casi di infezione da Sars-Cov-2, "Se negli adulti l'imaging, soprattutto la tac, e' un supporto al tampone nella diagnosi, nel bambino il pattern e' diverso e molto meno specifico. Quindi eseguire l'imaging, a meno che non si valuti un effetto positivo sull'outcome, comporta solo rischi". 

Paolo Toma', responsabile del Dipartimento di Diagnostica per immagini dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesu' di Roma (Opbg), non ha dubbi riguardo l'utilita' di radiografie, tac e risonanze magnetiche nei bambini per la diagnosi di Covid-19. 

"Il piu' delle volte- aggiunge l'esperto- il bambino fa solo la radiografia e presenta un quadro simile alla bronchiolite, con intrappolamento di aria". Per chiarire quanto il quadro generale nei bambini sia diverso dagli adulti, Toma' aggiunge: "Abbiamo avuto occasione di vedere nei bambini alcuni sintomi che negli adulti sono considerati segni di non covid, come il cosiddetto 'albero in fiore' dovuto alla bronchiolite essudativa, le linfoadenopatie e l'ingorgo vascolare". Nei casi in cui, invece, i bambini presentino sintomi e quadri clinici simili agli adulti, restano sempre delle differenze: "Nel mese di marzo- illustra l'esperto- abbiamo valutato 91 casi a livello mondiale tra i quali solo alcuni erano simili agli adulti, ma mai con interessamento bilaterale dei polmoni", conclude.

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