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CORONAVIRUS, COSI' IL LOCKDOWN HA INCISO SULLE ABITUDINI ALIMENTARI

Il lockdown ha inciso radicalmente sulle nostre scelte e sui nostri comportamenti. Ma, oltre ad impastare di piu', come sono cambiate le abitudini alimentari?

Per rispondere a queste domande l'OERSA (Osservatorio sulle Eccedenze, sui Recuperi e sugli Sprechi Alimentari) del CREA Alimenti e Nutrizione ha condotto un'indagine nazionale, mediante un questionario appositamente messo a punto, con l'intento di documentare ed analizzare i mutamenti intercorsi nell'alimentazione quotidiana durante la quarantena.

Il campione

Hanno risposto circa 2900 persone, provenienti da tutte le regioni di Italia, di cui il 75 % costituito da femmine e il 25% da maschi. L'85% vive in famiglia e, di questi, il 22 % con bambini di meno di 12 anni, mentre l'11% vive da solo. La fascia di eta' piu' rappresentata e' quella di 30-49 (38,6%) e 50-69 (36%) anni. I giovani tra i 18 e i 29 anni sono il 24%. Gli intervistati sono caratterizzati da un elevato livello di istruzione - il 68% e' laureato e il 28,5% diplomato - e da una scarsa aderenza alla dieta mediterranea per il 60%. Durante la quarantena, gli intervistati hanno dichiarato di aver aumentato il consumo di alimenti sani: verdura ( il 33%), frutta( il 29%), legumi ( il 26,5%), acqua (il 22%), olio extravergine d'oliva (il 21,5% ). Ma parallelamente, ben il 44,5% ha ammesso di aver mangiato piu' dolci e il 16% di aver bevuto piu' vino.

Questo periodo e' stato, inoltre, l'occasione per sperimentare nuovi cibi (40%) e nuove ricette (31%), migliorando le proprie abitudini alimentari (24%) e maturando abitudini ecosostenibili (fare la raccolta differenziata 86%, conservare e consumare alcuni alimenti acquistati in eccesso 83%, oppure mangiare tutto, inclusi gli avanzi 80%). Il 44% degli intervistati, infine, e' aumentato di peso per il maggiore apporto calorico, correlato ad una minore attivita' fisica, che ha riguardato il 53% del campione. Dato che viene confermato dall'esigenza di mettersi a dieta, espressa in oltre il 37% dei casi.

Pur con i limiti di un questionario auto-riferito e con un campione opportunistico - spiega Laura Rossi, ricercatrice CREA Alimenti e Nutrizione e coordinatrice OERSA - si puo' osservare che le limitazioni imposte dalla quarantena non hanno avuto effetti totalmente negativi sulla alimentazione e sullo stile di vita del campione in esame. A fronte dell'aumento di comfort food (dolci), abbiamo pero' anche maggiori quantita' di frutta, verdura e soprattutto legumi. Si tratta in realta' di dati che sono in linea con quelli sulla spesa degli italiani nel primo trimestre del 2020. E che indicano che il tempo trascorso in cucina e' stato orientato alla preparazione di piatti con ingredienti salutari. Tutto cio' ha favorito momenti di convivialita' e di condivisione del pasto e ha portato inevitabilmente - complice l' assenza di attivita' fisica - ad un impatto sul percezione del peso".

"Piu' in generale - continua la Rossi - si conferma l'attenzione degli italiani ad una gestione attenta del cibo che va da evitare gli sprechi all'impegno nel fare la raccolta differenziata. L'approvvigionamento di cibo non sembra essere stato un problema e l'attitudine alla spesa si e' rivolta anche verso alimenti nuovi, con un occhio fisso ai costi troppo alti. I bambini sono stati piu' coinvolti nelle attivita' della cucina, mentre per gli anziani si evidenzia una percezione di difficolta' nel fare la spesa."

 
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