BRONCHIOLITI FUORI STAGIONE IN SPAGNA. TORNA IL VIRUS RESPIRATORIO SINCIZIALE
Nelle ultime settimane in Spagna sembra essere ricomparso il virus respiratorio sinciziale (vrs), temuto dai genitori perché è la principale causa di bronchioliti nei bambini al di sotto di 1 anno e motivo, spesso, di ricoveri ospedalieri.
Quasi scomparso quest'anno in seguito alle misure messe in atto per contrastare il Covid-19, ora che il peggio della pandemia sembra essere passato e si torna alla socialità, il vrs si è riaffacciato nella penisola iberica. Secondo i rapporti di sorveglianza epidemiologica dell'Istituto Carlos III, infatti, a metà maggio, la positività per questo virus era salita al 4% mentre la settimana prima era del 2%. Una ricomparsa anomala e fuori stagione in quanto il vrs circola solitamente a partire dall'autunno per raggiungere il suo picco nei mesi più freddi, tanto è vero che gli esperti si meravigliano di vedere bronchioliti (seppur poche) a maggio.
E in Italia? Per fortuna il temuto vrs sembra non aver viaggiato. Nelle ultime settimane "c'è stato un lieve aumento degli accessi in pronto soccorso di bambini che hanno problemi respiratori e infettivi, ma ancora non stiamo isolando il virus respiratorio sinciziale".
A tranquillizzare sul tema è Fabio Midulla, presidente della Società italiana di malattie respiratorie infantili (Simri) e responsabile del pronto soccorso pediatrico del policlinico Umberto I di Roma. "Quando un bambino viene in ospedale andiamo a ricercare 14 virus respiratori- spiega- ma il vrs non lo abbiamo rilevato. In questo momento possiamo dire che non sta circolando, ci aspettiamo il suo ritorno a partire da ottobre".
Dunque nessuna situazione anomala nel nostro Paese, ma guardando all'autunno Midulla dice: "Siamo preoccupati da quello che potrà succedere perché il vrs, scomparso quest'anno, quando tornerà potrebbe trovare una popolazione che è immunologicamente meno pronta, perché il virus colpisce prevalentemente i bambini nei primi mesi di vita e si sa che gli anticorpi materni li proteggono contro l'infezione, ma se le mamme non prendono il virus durante la gravidanza allora non possono trasmettere gli anticorpi".
Il vaccino contro il Covid, che in queste settimane si è iniziato a somministrare anche ai ragazzi tra i 12 e i 15 anni, potrebbe giocare un ruolo positivo? "E' un vaccino contro il Coronavirus che non dovrebbe proteggere contro gli altri virus respiratori. A meno che- spiega il presidente Simri- non succeda la stessa cosa che si pensa sia successa nei bambini nei confronti del Sars-CoV-2. Ossia una delle spiegazioni per cui i bambini si ammalerebbero di meno e in forma più lieve di Covid è che, siccome ricevono tutta una serie di vaccini durante l'infanzia, hanno una risposta immunitaria allenata che quindi li difende contro morbillo, varicella, rosolia ecc.. Nello stesso tempo gli dà anche la capacità di rispondere in maniera un pochino più aggressiva contro gli altri virus. E' quello che gli americani definiscono 'trained immunity', quindi potrebbe anche essere che il vaccino contro il Sars-CoV-2 protegga contro gli altri virus, ma non lo sappiamo".
Quello che invece sappiamo è che "il vaccino agli adolescenti è un'ottima iniziativa- sottolinea Midulla- perché vaccinare i ragazzi è importante soprattutto per prevenire la diffusione del virus nelle persone anziane, come i nonni, che magari hanno delle comorbidità. Gli studi dimostrano che nei bambini gli effetti collaterali gravi sono pressoché nulli", conclude.