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BOLOGNA, DISTURBI ALIMENTARI TRA I RAGAZZI: +30% NEL 2021 PER PANDEMIA E LOCKDOWN

Anoressia nervosa, bulimia e altri disturbi alimentari erano già in aumento tra gli adolescenti di Bologna negli anni passati. Ma per effetto della pandemia e del conseguente isolamento, nel 2021 i casi sono cresciuti del 30% rispetto all'anno precedente. A puntare i riflettori sul problema è Duccio Maria Condelli, direttore della Neuropsichiatria pediatrica dell'Istituto di scienze neurologiche, Policlinico Sant'Orsola e ospedale Bellaria di Bologna. 

Domani, martedì 15 marzo, ricorre la Giornata nazionale del fiocchetto lilla e per iniziativa di Fanep, in collaborazione col Comune di Bologna e il Sant'Orsola, le facciate di Palazzo Re Enzo e dell'ospedale Gozzadini saranno illuminate del colore simbolo della lotta ai disturbi alimentari. L'iniziativa è stata presentata questa mattina a Palazzo D'Accursio. "Purtroppo la pandemia ha inciso molto su questi disturbi, anche a livello locale- segnala Condelli- è una percezione che abbiamo avuto fin dai primi mesi della pandemia. C'era già un trend in aumento dei disturbi alimentari negli anni precedenti, ma nel 2021 abbiamo avuto un incremento del 30% degli accesi per questi disturbi". Si parla di 399 adolescenti, circa 70 in più rispetto al 2020. "Ma solo le forme più gravi arrivano alla nostra attenzione- sottolinea Condelli- l'incremento va poi considerato nella globalità di richieste di salute per questa patologia, che sono ben maggiori". 

I due disturbi più frequenti sono l'anoressia nervosa e la bulimia, spiega ancora l'esperto, e il picco dei casi si registra fra i 13 e i 15 anni. "Ma abbiamo visto un trend graduale di diminuzione dell'età di insorgenza di questi disturbi- avverte Condelli- che stanno sempre più colpendo anche bambini sotto i 12 anni". Alla base dell'aumento dei disturbi alimentari tra i ragazzi, "sono ipotizzabili vari meccanismi- spiega Condelli- l'isolamento, ma anche la grande incertezza che la pandemia ha portato nelle case di tutti e che quando c'è un terreno predisposto può slatentizzare l'insorgenza di disturbi psichiatrici, anche dell'alimentazione". I campanelli d'allarme a cui prestare attenzione sono "una modifica delle abitudini alimentari- spiega lo specialista- una tendenza all'isolamento, l'attenzione al corpo che incrementa e l'inizio di un'attività fisica e sportiva non più piacevole, ma molto intensa e che perde i connotati di un'attività sportiva sana. Vanno osservati fin dall'inizio e nel dubbio bisogna chiedere aiuto". Il problema, dunque, "è ormai fortissimo- ribadisce il presidente Fanep, Valentino Di Pisa- e si è aggravato con la pandemia. Da 11 anni portiamo avanti questa iniziativa, per far prendere sempre più coscienza del problema a cittadini e Istituzioni". 

Secondo la Fanep, sono necessarie "aree dedicate" negli ospedali per chi ha queste patologie. "Spesso sono degenze che durano anche cinque o sei mesi- segnala Di Pisa- sono necessarie soluzioni post-degenza e case di cura dedicate". Da parte della Regione, inoltre, l'associazione si aspetta "un maggiore sostegno economico" per aiutare le famiglie e i pazienti, anche sotto il profilo psicologico, mentre al Comune la Fanep chiede più collaborazione per le iniziative di sensibilizzazione, anche nelle scuole. "Cogliamo al volo questa richiesta- afferma l'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo- non lasceremo sole le famiglie. I disturbi alimentari sono una delle questioni su cui più ci stiamo interrogando dopo la pandemia. C'è bisogno di mettere a sistema il meglio della qualità medica e scientifica che questa città esprime". 

 
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